Archivio (150)

Giovedì, 17 Agosto Scritto da
Badia, chiesa

3° Concerto d'organo

Kim Yeonju, organo

Yeonju Sarah KIM é nata a Busan, in Corea del Sud. Ha studiato organo e musica sacra presso l’universitá di Kyungsung a Busan con il prof. Kyungnim Chung e all’ Universitá Yonsei a Seoul con il Prof. Myungja Cho, dove ha conseguito il Bachelor e Master con lode. Ha suonato come organista presso la cattedrale cattolica di Seoul. Nel 2013 si è laureata con lode nel master in organo, presso il Mozarteum con il prof. Heribert Metzger. Nel 2014 ha frequentato corsi di perfezionamento alla “Hochschule für Musik und Theater” a Monaco con il prof. Bernhard Haas. Si è specializzata in corsi di perfezionamento con André Isoir, Piet Kee, Bernhard Leonardy, Martin Sander, Luigi Ferdinando Tagliavini e Harald Vogel.
Yeonju Kim è vincitrice di diversi concorsi d’organo (tra cui il concorso per organoYoungsan e il concorso per organo della Music Association of Daegu in Corea). È stata premiata dal sindaco della città Daegu in Corea del Sud, per prestazioni artistiche speciali, inoltre si è aggiudicata il Korean Art and Culture Association Award. Ha vinto il secondo premio al concorso nazionale per organo di Wuppertal nel 2013. Nel 2014 ha ricevuto il secondo premio (primo premio non assegnato) al concorso internazionale per organo Franz Schmidt a Kitzbühel. Nel 2016 ha ottenuto il primo premio al concorso per organo Daniel Herz a Bressanone.

Il titolo del programma „L’ anima mia magnifica il Signore“ fa riferimento alla traduzione in tedesco del “Magnificat”, il canto di lode della Vergine Maria incinta, verso Dio Signore. Questa preghiera ha il suo posto fisso nell’orazione serale della chiesa e nei vespri. Quando viene cantata si esegue sui toni dei salmi, quindi su melodie che nei secoli sono state alla base di opere di compositori importanti. Possono essere brani per organo che vengono suonati alternando organo e canto o di brani per organo solo (Pachelbel, Bach) oppure anche di fantasie di corali (Buxtehude).
Considerando che tutte le sonorizzazioni dei Magnificat di questo programma siano state scritte da maestri protestanti, ci mostra quale alto valore questo canto di lode avesse da sempre anche nella chiesa evangelica. Infatti di Martin Luther ci sono state tramandate vaste e profonde osservazioni e considerazioni sul canto di lode di Maria.

„Meine Seele erhebt den Herren“
„Magnificat“

Dieterich Buxtehude
(1637-1707)
Toccata in d, BuxWV 155
Canzona in G, BuxWV 170
Magnificat primi toni, BuxWV 203

Johann Pachelbel
(1653-1706)
Fantasia in g
Meine Seele erhebt den Herren
(Magnificat peregrini toni – Alio modo)
Ciacona in f

Johann Sebastian Bach
(1685-1750)
„Meine Seele erhebt den Herren“, BWV 648
Fuge in G, BWV 577
Toccata und Fuge in d, BWV 538

Mercoledì, 16 Agosto Scritto da
Colfosco, sala Tita Alton

Ensemble Windkraft - Kapelle für Neue Musik & I Virtuosi Italiani

Ensemble Windkraft
Windkraft – Kapelle für Neue Musik & I Virtuosi Italiani
Kasper de Roo, direttore

L´ascolto del brano Stardust di Konrad Tavella puó essere paragonato alla lettura di un libro: incontriamo personaggi principali e secondari e piú ci addentriamo nella trama, piú familiarizziamo con essi. I caratteri delle diverse figure si evolvono, cambiano, sono riproposti in nuovi contesti e si sentono i vari tratti della loro natura. A livello strutturale l´opera si suddivide in tre capitoli. Il primo trasmette un senso di plumbea inquietudine, il secondo è energico e risoluto ma non rinuncia ad un senso di dolcezza, mentre quello conclusivo fa da contraltare, ma non troppo, alla parte iniziale, proponendo un´idea di luminositá. È stato brano finalista al concorso di composizione dell´Unione Artisti Sudtirolesi del 2016.

La Nona Sinfonia rappresenta non solo l’ultimo percorso compiuto da Mahler, ma anche il canto del cigno di tutta la “civiltà della sinfonia”. Fu composta nell’estate del 1909 a Dobbiaco, ove l’autore si era trasferito in una piccola fattoria in seguito alla scomparsa della figlia Marie e alla diagnosi di una disfunzione cardiaca congenita. Nel ritiro sudtirolese, Mahler terminò anche “Das Lied von der Erde” (Il canto della terra) e iniziò una Decima Sinfonia mai portata a compimento. Inclusa nella “Trilogia della Morte”, la Nona Sinfonia venne presentata postuma il 26 giugno 1912 a Vienna dai Wiener Philharmoniker diretti da Bruno Walter.
La Nona Sinfonia si radica nell’equilibrio tra la forma ternaria e quella binaria: 3 contro 2 costituisce una proporzione instabile e coerente, che si riflette anche nei moduli inferiori. Tale rapporto non è solo un principio formale, ma segue anche una precisa funzione poetica. I due movimenti centrali sono tuttavia concepiti in un unico impianto: sommati insieme, equivalgono in durata a ciascuno dei due movimenti esterni. Si delinea pertanto una forma complessiva ad arco, ripartita in tre sezioni. Pur approfondendone i temi, Mahler desiderò emanciparsi dai suoi lavori precedenti, ricercando un’espressione del tutto sinfonica. La forma ritornò ai canonici quattro movimenti, pur modificandone le posizioni e le funzioni, al fine di ricomporle in un nuovo ordine. La Nona Sinfonia è stata riadattata nel 2011 in versione da camera da Klaus Simon e presentata alla Philharmonie di Berlino il 28 marzo 2012 dall’Ensemble Mini con la direzione di Joolz Gate.

Windkraft - orchestra di fiati a legno ed ottone, si distingue sin dalla sua fondazione nel 1999, tra le file delle orchestre specialistiche di musica contemporanea. Accanto a numerosi concerti in diversi Festival in Italia e all‘estero é stato un evento di particolare rilievo il concerto “Die Himmlische Stadt“ nel settemb¬re 2011, realizzato con la famosissima Hilliard Ensemble e il coro Novo Canto. A luglio del 2014 è stata invitata come Ensemble in residence al Bejing International Composition Workshop, Cina. A maggio 2015 Windkraft si è esibita nella rassegna “Nouvelle Aventures” al Konzerthaus di Vienna. Windkraft raggruppa due sodalizi di musicisti tirolesi e altoatesini ed è sostenuta dalla Provincia Autonoma di Bolzano ed il Land Tirol.

L’orchestra de I Virtuosi Italiani è considerata una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale internazionale. Si esibisce regolarmente per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani. Numerose le tournèe in tutto il mondo e le collaborazioni con solisti e direttori di rilevanza internazionale assieme ad un‘attività discografica, che conta più di 100 cd registrati per importanti case discografiche e oltre 450.000 dischi venduti.

Kasper de Roo é un rinomato interprete a livello internazionale della musica del XX e XXI secolo. Ha cominciato la sua rapida carriera nel 1984 come direttore alla “Staatsoper” di Stoccarda. Dal 1992 è al “Landestheater” di Innsbruck, in qualità di direttore musicale e contemporaneamente alla “National Symphony Orchestra of Ireland” a Dublino. Dal 1999 è direttore principale e artistico dell’Orchestra Windkraft. Come direttore ospite è presente nelle sale di Amsterdam, Rotterdam, Groningen, Pechino, Hongkong, Amburgo, Francoforte, Colonia, Dresda, Vienna und Salisburgo.

Konrad Tavella é nato nel 1981 a Brunico. Ha iniziato il suo studio di composizione al conservatorio „C. Monteverdi“ di Bolzano e lo ha completato nel 2009 con Paolo Rimoldi presso il conservatorio di Milano „G. Verdi“. Allo stesso tempo si laurea in musicologia con il massimo dei voti, presentando una tesi sul celebre violinista Giuseppe Tarantini. Il suo repertorio comprende composizioni di musica contemporanea tra cui pezzi per quartetti di corno (Hornquartet, 2005), per arpa, flauto e flauto paetzold (Air, 2012) e per ensemble (Hommage a Stravinsky, 2015). Ha curato la musica tradizionale ladina per quintetto di fiati (Potpurri, 2011) e per banda musicale (Le ciastel dles stries, 2012). Recentemente Tavella ha composto e curato le musiche per spettacoli teatrali, come la musica di scena per lo spettacolo „Quella musica ricordo“ (2014) e la musica per la prima operetta ladina „Le ciastel dles stries“ dell’anno 1884. Questa è stata rappresentata in versione modificata per giovani nel 2014. Insegna educazione musicale presso la scuola media “Tita Alton” a La Villa e dirige il coro parrocchiale di La Villa e il coro Raiëta di La Valle.

“La musica che anticipa il futuro con i mezzi del passato”

Programma

Konrad Tavella
(*1981)
Stardust (2016)

Gustav Mahler
(1860-1911)
Sinfonia n. 9 in Re maggiore (versione per orchestra da camera di Klaus Simon)

1. Andante comodo, Con rabbia, Allegro risoluto, Appassionato, Tempo I Andante
2. In tempo di un tranquillo Ländler. Un po‘ goffo e molto rude
3. Rondò Burleska: Allegra assai. Molto ostinato
4. Adagio. Molto lento e ancora ritenuto
Lunedì, 14 Agosto Scritto da
La Villa, Castello Colz

Zeisprung Consort

Johannes Vogt, Liuto, tiorba
Daniel Kartmann,
Percussioni e voce
Rüdiger Kurz,
Violone
Tre compagni alla ricerca di tesori dei secoli trascorsi

„Wo soll ich mich hinkeren ...?“ (Dove mi devo volgere ...?) fu una canzonetta popolare nel rinascimento ed è il motto dei tre artisti Johannes Vogt (liuto), Rüdiger Kurz (violone) e Daniel Kartmann (batteria & voce). Provengono da diverse direzioni musicali, sono curiosi e sono sempre alla ricerca di nuovi spazi acustici. Il loro interesse per la lirica, la storia e le condizioni sociali nonché politiche, ispira la band a comporre canzoni ed arrangiamenti. Gli piace lascarsi trascinare dalle idee, dai suoni, dai ritmi. Per il loro moderno e caratteristico suono di band, si nutrono di tesori dei secoli passati. Il motto „Wo soll ich mich hinkeren ...?“ è più di concerto tradizionale: prevede danze storiche, toccate e sonate tedesche, austriache e italiane e anche alcune melodie popolari di strada tratte dal vecchio repertorio d´opera. L’opera centrale é del virtuoso liutista e compositore Hans Judenkünig (ca. 1450–1526). Gli artisti si ispirano per le loro canzoni ed improvvisazioni anche a brani di Monteverdi, Bassani oppure Judenkünig. Nella loro formazione con liuto, violone, batteria e canto si esprime il loro fascino straordinario.

Johannes Vogt (liuto, tiorba) ha studiato chitarra classica e musica a Heidelberg, come pure liuto e chitarra classica con Tadashi Sasaki ad Aachen. Si è specializzato in chitarre storiche, liuti e tiorbe. Oltre a numerosi concerti di musica medievale, rinascimentale, barocca e classica, entusiasta il pubblico in diverse formazioni con musica improvvisata dal jazz e dalla world music. Pubblicazioni di vari CD mostrano il suo lavoro ad ampio raggio. In opere barocche Johannes Vogt è un liutista molto richiesto, ma assiste anche in opere moderne suonando chitarra elettrica.
Ha insegnato liuto e basso continuo presso la “Musikhochschule Heidelberg-Mannheim” e chitarra presso la “Fachhochschule für Musiktherapie” Heidelberg.

Daniel Kartmann (batteria, percussioni e voce) nato in Romania, ha studiato percussione classica, musica jazz e popolare presso la “Hochschule” di Stoccarda. In seguito si è cimentato in una vasta varietà di attività come batterista, timpanista, percussionista, vibrafonista, compositore, cantante e attore. Lavora con diversi gruppi musicali come l’ ”Ensemble Materialtheater Stuttgart”, presso il Staatstheater di Stoccarda, la Württenbergische Landesbühne Esslingen, nelle formazioni “Tuyala”, „Zakuska“, „Ensemble Percorda“ ecc. È stato invitato al Festival di Salisburgo (2009), ai Ludwigsburger Schlossfestspiele (2013) e ai Blickfelder Zürich (2013). Completano il suo lavoro artistico registrazioni radiofoniche e produzioni di CD. Dal 2007 Kartmann suona nella serie “danopticum” nel jazz club “Kiste”,di cui organizza anche l’omonimo festival.

Rüdiger Kurz (violone) ha studiato contrabbasso presso la „Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst” di Stoccarda con Ulrich Lau e pratica d’interpretazione storica e violone con Dane Roberts presso la „Hochschule für Musik und Darstellende Kunst” di Francoforte. Le sue performance riguardano soprattutto il campo storico (p.es. Il Gusto Barocco, Concerto Köln, L‘arpeggiata, Holland Baroque, Ensemble der Ludwigsburger Schlossfestspiele, Hofkapelle München, la Banda, Stiftsmusik Stuttgart). Tour musicali lo hanno portato attraverso l’Europa e ripetutamente anche negli Stati Uniti. Dal 1990 suona costantemente in varie band con il chitarrista Shawn Mauire, ed è inoltre compositore ed improvvisatore. È stato direttore artistico e ideatore di “ZOO”, un’installazione di teatro musicale per bambini e giovani, del “Tauffest für Georg Daniel Speer” e per un periodo ha allestito il Stuttgarter Hof per “Il gusto Barocco”.


" Wo soll ich mich hinkeren "
„Dove mi devo volgere“

Programma


Claudio Monteverdi
(1567-1643)
La Musica (L´Orfeo)

Giresun Karsilamasi
türkisch, traditionell

Bartolomeo de Selma y Salaverde
(1580-1640)
Fantasia Basso solo

Claudio Monteverdi
La Musica (L´Orfeo)

Johannes Vogt
(*1953)
La Follia leggera

Hans Judenkünig
(ca 1450-1526)
Das erst Priamell
Wo soll ich mich hinkeren

Anonym, XVI sec
Der Fürstin Pauren Danntz
Der Auff und Auff

Hans Judenkünig
Das ander Priamell

Giovanni Battista Vitali
(1632-1692)
Ruggiero
Passa Galli

Andreas Gryphius/ Daniel Kartmann
(1616-1664 *1976)

Alles ist eitel

Hans Newsidler
(1508-1563)
Gassen hauer

Orazio Bassani
(1570-1615)

Tocata

Daniel Kartmann
(*1976)
Was bleibt ist Wüste
Mercoledì, 09 Agosto Scritto da
S. Vigilio, sala manifestazioni

Bartmes quartet & Fola Dada

Fola Dada, vocals
Frank Spaniol,
bass clarinet
Jo Bartmes,
hammond organ
Oli Rubow,
drums, electronics
„Bartmes, assieme ai suoi compagni, scavalca con gusto i confini posti fra espressione libera, idoneità per club e progressività” (Frankfurter Rundschau). Il Jazzpodium invece scrive a proposito di Bartmes: “Le sue idee prive di ghirigori, complesse e bizzarre si sollevano benevole dalla pappa del mainstream.”
Il canto colpisce, con il suo carico di emozioni, direttamente lo stomaco e il cuore, l´assolo dell’organo Hammond trasporta verso lo spirito dei Doors del XX secolo e una melodia fischiettata ricorda il mondo del film italiano degli anni sessanta.
Il clarinetto basso con il suo suono penetrante, diventa, grazie agli effetti wah - wah e delay, una chitarra ritmica a “fiato”. I ritmi jazz – house – indie – trip hop- break-beats trovano punto d’incontro nel club odierno, dove i diversi stili musicali e i modi di fare musica del jazz e groove attuali invitano reciprocamente alla danza, fino a far venire il capogiro.


"flowmotion"

Programma


Jo Bartmes
(1964)
High Taste Let It Be
Light At The End
Princess
Mood 1
Strange
The Source

_ _ _ _ _ _ _

Move
Human
The Road Ahead
Different
Maneuver
Wake Me Up
Fair Love
 

Lunedì, 07 Agosto Scritto da
Badia, chiesa

2° Concerto d'organo a Badia

Franz Comploi, organo
„Quartetto di Lucia“
Lucia Kastlunger,
voce
Volker Heuken,
vibrafono , arrangiamenti
Alex Bayer,
basso
Jan F. Brill,
percussioni
"Quartetto di Lucia"

Il vibrafonista Volker Heuken ha arrangiato per il „Quartetto di Lucia“ opere conosciute e meno conosciute della musica classica, che presenta con loro in veste completamente diversa. In collaborazione con l’organista Franz Comploi avverrà un confronto tra musica classica, moderna e jazz, mantenendo lo spirito originale delle opere.

Volker Heuken (nato nel 1990 a Leverkusen ) ha studiato tra l’altro con Roland Neffe, è un membro del National Youth Jazz Orchestra Bayern e membro fondatore del festival "Vibraphonissimo" e della serie "Brozzijazz" a Norimberga. Attualmente sta concludendo un master di composizione a Lipsia con il prof. Michael Wollny. Ha suonato con varie formazioni a livello internazionale in molti jazz club famosi (Porgy & Bess Vienna, Jazzstudio Norimberga, BIX Stuttgart , Unterfahrt München) e in numerosi festival (Leverkusener Jazztage, Jazztage Mainz, Jazzfest a Bonn, Jazzfestival a Würzburg).

Alex Bayer è uno dei bassisti più attivi dell’ambiente jazz bavarese. Come compositore e improvvisatore, ama esplorare le contaminazioni tra i diversi generi musicali e i gesti espressivi. Per questo si cimenta regolarmente in stili diversi (Jazz, Indie, Hip-Hop, Folk, Metal, Latin, World, Elettronica, Funk. . . ) e, con il suo progetto "Pentelho", suona nei club in modo eclettico, selvaggio ed energico con il suo quintetto.

Jan Frederik Brill (nato nel 1991 a Lauf a. d. Pegnitz) ha studiato batteria jazz a Norimberga e Colonia (anche con Jonas Burgwinkel). Con il trio di pianoforte di Colonia "TURN" ha vinto numerosi premi. Come “sideman" si esibisce regolarmente in diverse band in Europa ed è stato coinvolto in 10 produzioni di CD. Come membro fondatore della serie di concerti "Brozzijazz" e "Jazz am Bahnhof", partecipa molto attivamente nella scena jazz in Franconia.

Lucia Kastlunger (nata nel 1991 a Brunico) è cantante, educatrice e musicista. Sia tramite la sua famiglia musicale, sia per le regolari lezioni nella scuola di musica, Lucia ha sviluppato il suo amore per la musica, specialmente per il canto, già dall’infanzia. Ha studiato “Rock-Pop-Jazz” a Monaco dal 2010 al 2013 presso la scuola professionale per la musica “Jazz School”. Poi presso la Hochschule für Musik a Norimberga ha studiato canto-jazz da Reinette Van Zijtveld-Lustig e Fola Dada.
Grazie alla sua apertura e l’interesse verso stili differenti, la sua voce sta guadagnando crescente versatilità e ricchezza di colore. Il suo obiettivo è di riuscire a sviluppare un proprio timbro di voce tramite la sua originalità, l’intuizione e soprattutto l’individualità.

Franz Comploi, organista del duomo di Bressanone e docente di musica, dialogherà con il quartetto.

„Begegnungen“ – „ Incontri“ – „incuntades“

Programma

J. S. Bach
(1685-1750)
Praeludium Es -Dur BWV 552/1


Volker Heuken
(*1990)
Prelude (das Bachstück)


Erik Satie
(1866-1925)
Gnossienne No. 4


Franz Comploi
(*1954)
Improvisation: Intermezzo I


Edvard Grieg
(1843-1907)
Melodie


Erik Satie
Gymnopedie No 1


Franz Comploi
Improvisation: Intermezzo II


J.S. Bach
Air

Fuge Es -Dur BWV 552/2
Domenica, 06 Agosto Scritto da
Longiaru, chiesa

2° Concerto d'organo a Longiaru

Franz Comploi, organo
„Quartetto di Lucia“
Lucia Kastlunger,
voce
Volker Heuken,
vibrafono , arrangiamenti
Alex Bayer,
basso
Jan F. Brill,
percussioni
"Quartetto di Lucia"

Il vibrafonista Volker Heuken ha arrangiato per il „Quartetto di Lucia“ opere conosciute e meno conosciute della musica classica, che presenta con loro in veste completamente diversa. In collaborazione con l’organista Franz Comploi avverrà un confronto tra musica classica, moderna e jazz, mantenendo lo spirito originale delle opere.

Volker Heuken (nato nel 1990 a Leverkusen ) ha studiato tra l’altro con Roland Neffe, è un membro del National Youth Jazz Orchestra Bayern e membro fondatore del festival "Vibraphonissimo" e della serie "Brozzijazz" a Norimberga. Attualmente sta concludendo un master di composizione a Lipsia con il prof. Michael Wollny. Ha suonato con varie formazioni a livello internazionale in molti jazz club famosi (Porgy & Bess Vienna, Jazzstudio Norimberga, BIX Stuttgart , Unterfahrt München) e in numerosi festival (Leverkusener Jazztage, Jazztage Mainz, Jazzfest a Bonn, Jazzfestival a Würzburg).

Alex Bayer è uno dei bassisti più attivi dell’ambiente jazz bavarese. Come compositore e improvvisatore, ama esplorare le contaminazioni tra i diversi generi musicali e i gesti espressivi. Per questo si cimenta regolarmente in stili diversi (Jazz, Indie, Hip-Hop, Folk, Metal, Latin, World, Elettronica, Funk. . . ) e, con il suo progetto "Pentelho", suona nei club in modo eclettico, selvaggio ed energico con il suo quintetto.

Jan Frederik Brill (nato nel 1991 a Lauf a. d. Pegnitz) ha studiato batteria jazz a Norimberga e Colonia (anche con Jonas Burgwinkel). Con il trio di pianoforte di Colonia "TURN" ha vinto numerosi premi. Come “sideman" si esibisce regolarmente in diverse band in Europa ed è stato coinvolto in 10 produzioni di CD. Come membro fondatore della serie di concerti "Brozzijazz" e "Jazz am Bahnhof", partecipa molto attivamente nella scena jazz in Franconia.

Lucia Kastlunger (nata nel 1991 a Brunico) è cantante, educatrice e musicista. Sia tramite la sua famiglia musicale, sia per le regolari lezioni nella scuola di musica, Lucia ha sviluppato il suo amore per la musica, specialmente per il canto, già dall’infanzia. Ha studiato “Rock-Pop-Jazz” a Monaco dal 2010 al 2013 presso la scuola professionale per la musica “Jazz School”. Poi presso la Hochschule für Musik a Norimberga ha studiato canto-jazz da Reinette Van Zijtveld-Lustig e Fola Dada.
Grazie alla sua apertura e l’interesse verso stili differenti, la sua voce sta guadagnando crescente versatilità e ricchezza di colore. Il suo obiettivo è di riuscire a sviluppare un proprio timbro di voce tramite la sua originalità, l’intuizione e soprattutto l’individualità.

Franz Comploi, organista del duomo di Bressanone e docente di musica, dialogherà con il quartetto.

„Begegnungen“ – „ Incontri“ – „incuntades“

Programma

J. S. Bach
(1685-1750)
Praeludium Es -Dur BWV 552/1


Volker Heuken
(*1990)
Prelude (das Bachstück)


Erik Satie
(1866-1925)
Gnossienne No. 4


Franz Comploi
(*1954)
Improvisation: Intermezzo I


Edvard Grieg
(1843-1907)
Melodie


Erik Satie
Gymnopedie No 1


Franz Comploi
Improvisation: Intermezzo II


J.S. Bach
Air

Fuge Es -Dur BWV 552/2
Lunedì, 31 Luglio Scritto da
Badia, ciasa Runcher

Piano Recital, Roberto Cominati

Roberto Cominati, pianoforte

Roberto Cominati, all’indomani del suo recital al Festival di Salisburgo, scriveva la “Salzburger Nachrichten”: “...inesauribili i suoi colpi sfumati quando esplora la preziosità di Debussy nella sua incantevole atmosfera di suono, affascinante la mistura di calore e di fine tecnica nel Tombeau de Couperin di Ravel, memorabile la sua passionale freddezza nell’ondeggiante e poco profonda trascrizione de La Valse...”
Vincitore del primo premio al Concorso Internazionale “Alfredo Casella” di Napoli nel 1991, s’impone all’attenzione della critica e delle istituzioni concertistiche internazionali grazie al primo premio al Concorso Internazionale “Busoni” di Bolzano nel 1993. Ha ottenuto il “Prix Jacques Stehman” del pubblico della TV belga e dell’emittente francese TV5, nell’ambito del Concour Reine Elisabeth di Bruxelles.
Tra i celebri direttori con cui ha collaborato ricordiamo Sir Rattle, Gatti, Boreyko, Fleischer, Harding, Robertson, Battistoni, Mariotti, Valchua.
La stagione prossima sarà ricca di importanti debutti con orchestre internazionali; in recital si dedicherà in particolare all’integrale pianistica di Ravel (registrata nel 2011 per Amadeus) e alla promozione dell’ultima incisione (trascrizioni pianistiche di Händel e Bach per Acousence).




„Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio"
M. Rigoni Stern


Programma


Debussy
(1862-1918)
Nocturne

Suite Bergamasque
L'Isle Joyeuse

Debussy-Borwick
(1868-1925)
Prélude à l'aprés midi d'un faune


Wagner-Moszkowski
(1813-1883/1854-1925)
Isoldens Tod


Strawinsky-Agosti
(1882-1971/1901-1989)
L'oiseau de feu

Sabato, 29 Luglio Scritto da
La Valle, Santa Barbara

Sonate

Mara Miribung, violoncello barocco
Daniel Rosin,
violoncello barocco
Josep Maria Martí Duran,
tiorba

„ Suonare un assolo su questo strumento musicale non si presenta come una cosa molto facile, chi si vuole cimentare in questo, già di natura deve essere dotato di dita lunghe e con nervi saldi per essere in grado di padroneggiare diteggiature larghe. Se poi queste qualità sono anche affiancate da delle buone indicazioni, su questo strumento musicale si potrà produrre molto di splendido. Io stesso ho ascoltato alcuni grandi maestri, che su questo strumento musicale hanno prodotto pressoché miracoli.” (Johann Joachim Quantz (1697-1773): Versuch einer Anweisung die Flöte traversiere zu spielen (1752) - Kapitel “Über den Violoncellisten insbesondere”)
Se il famoso Quantz nel 1750 definiva ancora l’assolo del cello con notevole particolarità, si può presupporre che in quel periodo il violoncello per la maggior parte, in pubblico ricoprisse ancora primariamente il ruolo di strumento musicale d’accompagnamento, mentre questa funzione di basso continuo dev’essere stata molto più dettagliata di quello che si era pensato per molto tempo (modo di suonare in accordi con funzione di basso generale in versione completa, in parte esclusivamente da controparte alla voce acuta). Così il prestigio del violoncello virtuoso si trovava nell’ ombra della letteratura per violino.
Il violino si era già affermato durante tutto il XVII secolo come strumento solista e nel periodo del barocco alto, quasi tutti i compositori piú rinomati avevano apportato, con il loro contribuito, all’ampliamento del vasto repertorio delle Sonate per questo strumento. In Italia, musicisti sempre più specializzati nel " violino basso " avevano cominciato a scrivere opere simili per lo strumento, che oggi chiamiamo violoncello.
La strada che questa musica e il violoncello hanno intrapreso durante il periodo del XVIII secolo, ci dimostra alcuni dei più interessanti fenomeni storico-musicali del barocco europeo e ci racconta eloquentemente dell'assimilazione culturale e della globalizzazione musicale.
Generalmente visto come strumento musicale italiano, il violoncello e la sua musica fanno parte dell’enorme export culturale, che ha fatto girare per tutt’Europa generazioni di artisti dell’odierna Italia. Anche in Francia fu di gran moda, quando il cello fu introdotto nel XVII secolo. Nel regno fortemente centralizzato dell’unico stato che curava una politica di autoesaltazione sulla sua arte, la tendenza del momento si fa anche notare nello sviluppo culturale.
Composizioni ibride nello stile (musica francese à l' italienne per violoncello) ne danno una buona dimostrazione. Infine, ci sono anche violoncellisti francesi, che nell’età galante cercano di standardizzare la tecnica del violoncello fondendo gli strumenti italiani e le vecchie tecniche francesi (basse de violon) con le opportunità e le richieste delle accademie d'arte di stato, costituendo così un modo di suonare moderno del violoncello.
Partendo da opere dei primi decenni del XVII secolo nello stile puro dei centri musicali di Roma e Venezia (Scarlatti/Marcello) si creerà un arco che conduce a una sonata del nativo napoletano Lanzetti, che in fin dei conti si presenta come cosmopolita (la sua opera a metà volge completamente verso lo stile francese) e arriva poi a Barrières con una sonata francese per cello, che si mostra in stile italiano. La serata volgerà a termine con una proiezione verso lo stile musicale europeo, con la sonata galante del periodo barocco tardo del componista tedesco francese Jean-Balthasar Tricklir.

Miribung Mara, è nata a Bolzano (Italia), ed è cresciuta nelle montagne della Val Badia. Ha studiato violoncello a Londra. Specializzazione per musica antica a Basilea alla Schola Cantorum. Violoncello barocco con Christophe Coin e Peter Skalka. Improvvisazione storica da Rudolf Lutz (MA in prestazione specialistica musicale di musica antica). Come violoncellista suona in diversi ensemble internazionali, tra cui Kammerorchester Basel, Balthasar Neumann Ensemble, Ginevra Camerata, Camerata Variabile, Cappella Gabetta, Lautten Compagney Berlin, Israel Mozart Orchestra, Café Zimmermann. Dal 2015 è docente ospite per violoncello barocco presso l’Universidad Central a Bogotá, Colombia. Partecipa a produzioni di teatri musicali del regista svizzero Thom Luz ("Unusual Weather Phenomena Project“ 2016, „Inferno“ 2017). Miribung Mara vive a Basilea.


Il violoncello nel XVII secolo-
Una serata di sonate: una lanterna magica della storia della musica


Programma

Alessandro Scarlatti
(1660-1725)
Sonata I per violoncello e basso continuo
Largo / Allegro / Largo / A tempo giusto

Benedetto Marcello
(1686-1739)
Sonata I (VI Sonate a Violoncello solo e basso continuo, Opera Prima)
Adagio / Allegro / Largo / Andante

Salvatore Lanzetti
(1710-1780)
Sonata VII (XII Sonate a Violoncello Solo e basso continuo)
Andante / Allegro / Largo / Rondeau

Jean-Baptiste Barrière
(1707-1747)
Sonata II a Tre (Sonates pour le violoncelle avec la basse continüe, Livre III)
Adagio / Allegro / Aria / Largo / Giga

Jean-Balthasar Tricklir
(1750-1813)
Sonate I (Six Sonates pour violoncelle et basse)
Allegro moderato /Adagio / Rondo Allegretto


Mercoledì, 26 Luglio Scritto da
Badia, ciasa Runcher

Trio Alba

Livia Sellin, violino
Chengcheng Zhao,
pianoforte
Philipp Comploi,
violoncello
„Boemia sul mare“ é un luogo fittizio tratto dalla commedia di Shakespeare „Una storia d’inverno“. È un posto da fiaba che non esiste, una proiezione dello stato dell’essere ideale utopico, il quale viene ambito da artisti nelle loro opere e nel quale non esistono e non devono essere superati alcun tipo di limiti.
Per Joseph Haydn musica significava avere la possibilità di superare i limiti della lingua. Il suo popolare trio in Do-maggiore Hob XV/27 con parte finale brillante e spiritosa è stata scritta a Londra e dedicata alla famosa pianista londinese Therese Bartolozzi nata Jansen.
Alla domanda postagli da Mozart del come avrebbe voluto comunicare a Londra, lui ribadì: “La mia lingua è capita in tutto il mondo.”

Josef Suk e Bedrich Smetana sognavano di porre un monumento alla loro Boemia come Boemia slava. Bedrich Smetana, che in verità si chiamava Friedrich, in realtà imparò appena in etá adulta la lingua ceca. Fece questo quando lavorò a “Mein Vaterland”, la famosa opera “Moldau”. Anche l’elegia op. 23 di Josef Suk sembra aver avuto lo stesso influsso della poesia di Julius Zeyer, come si apprende dalla dedica: “Vysehrad”, denominata secondo la roccaforte di Praga. Josef Suk scrisse quest’opera per il poeta Julius Zeyer, col quale era molto amico e che morì inaspettatamente. La fece rappresentare in forma di “Tableau Vivant” con figure mitologiche tratte da questo ciclo di versetti.

Bedrich Smetana compose il suo unico trio per pianoforte dopo la morte della sua piccola figliola. Come anche per Tschaikowsky e Schostakowitsch, i cui trio per pianoforte ebbero anche origine dopo la perdita di persone importanti, il trio per pianoforte a Smetana sembrò, con le sue possibilità di intimità solistica e impeto sinfonico, un mezzo adatto, per esprimere non solo dolore, ma anche amore, conforto e riconciliazione. Fu un tentativo per superare le barriere della morte attraverso la musica e celebrare la vita.

Passione giovanile e fresca, piena di qualità giocosa sul palco, basata su conoscenze approfondite delle composizioni e strutture musicali della musica da camera. Cosi si può descrivere la “trinità” musicale, che dal 2008 si presenta come “Trio Alba”.
Fu fondato nel 2008 all’universitá di musica di Graz, dove la violinista tedesca Livia Sellin, la pianista cinese –austriaca Chengcheng Znao e il cellista italo-austriaco Philipp Comploi studiavano musica da camera. Il trio vinse subito alcuni concorsi (come quello della fondazione Martha-Debelli) ed ebbe l’occasione di esibirsi svariate volte nelle sale da concerto più rinomate dell’Austria (Konzerthaus Wien, Mozarteum Salzburg, Musikverein Graz e altri). Il trio Alba è già stato invitato in molti paesi d’Europa, in Cina, Nord- e Sudamerica e si esibisce anche in importanti sale da concerto e festival all’estero. (Schleswig-Holstein-Festival, Deutschland, Laeiszhalle, Hamburg, Chamberfest Ottawa, Kanada, National Centre of Performing Arts, Peking).
Entrambi i loro CD pubblicati dal label esclusivo tedesco MDG con opere di Felix Mendelssohn Bartholdy e Joseph Marx, sono stati premiati in Austria dal Rundfunk ORF con il premio Ö1- Pasticcio.
Nella scelta del loro repertorio i tre musicisti danno molta importanza a un buon equilibrio tra capolavori conosciuti e tesori sconosciuti della letteratura musicale.
Così si sono fatti notare con la rappresentazione della “Trio-Phantasie” di Joseph Marx, che sembrava ormai essere dimenticata. Marx fu uno dei compositori e scrittori austriaci più conosciuti del 20° secolo. Più autori come Kelly-Marie Murphy hanno scritto pezzi per loro; nel 2016 hanno intrapreso un tournee mondiale intitolato “Fugitive Pieces” con prime rappresentazioni assolute di Helmut Jasbar.

Trio Alba” è un riferimento al sorgere del sole e al Lied svedese Se solen sjunker, che diede spunto a Franz Schubert per scrivere la seconda parte del suo trio per pianoforte in mi-bemolle.

„Böhmen am Meer“


Programma

Joseph Haydn
(1732-1809)
Klaviertrio in C-Dur hob. XV/27

Josef Suk
(1874-1935)
Elegie in Des-Dur op. 23: Unter dem Eindruck von Zeyers „Vyšehrad“

Bedřich Smetana
(1821-1884)
Klaviertrio in g-Moll Op. 15 (30')

Domenica, 23 Luglio Scritto da
San Cassiano, sala J.B. Rinna

Duo Christian Elin & Maruan Sakas

Christian Elin, sassofono e clarinetto basso
Maruan Sakas, pianoforte
Christian Elin e Maruan Sakas sono due artisti ecclettici che insieme hanno dato vita ad un duo molto particolare. Entrambi i musicisti sono “di casa” sia nel jazz, sia nella musica classica e questo amore verso la libertà d’improvvisazione, ma anche verso la chiarezza della forma classica, si esprime nelle loro composizioni. Nell’espressione musicale di Jazz, Minimal Music, musica da film e suoni etnici, il duo Elin – Sakas, nel suo programma di debutto, presenta una musica schietta e profonda, il cui fascino dei suoni é caratterizzato dalla varietà di strumenti musicali di Elin. Questi variano dai timbri bassi e cupi del clarinetto basso fino ad arrivare a quelli radiosi del sassofono, che intensificano il tutto.
Il modo di suonare del duetto Elin – Sakas è caratterizzato dall’attitudine del jazz da camera: toni fini, raffinatezze di sonorità e una grande espansione stilistica s’incontrano e danno molto spazio per improvvisazioni di coppia.
Così come molte composizioni del duetto sono nate come doni a loro stessi in momenti molto particolari della loro vita, così diventano anche doni per il pubblico.
I musicisti presentano opere tratte dal loro album di debutto "Some kind of Blues", pubblicato nel 2017 da “raccanto” casa discografica di Monaco.

„Some kind of Blues“


Programma

M. Sakas
*1985
Some kind of Blues

Ch. Elin
*1976
Un pas jusqu'au seuil
En route

M. Sakas
1-2-5

M. Sakas/Ch. Elin
Juste pour le Plaisir

Ch. Elin
Le vent de l'ouest
M. Sakas
ECMS

Ch. Elin
Hymne angevine
A better job
Stella cadente
The scent of light